Export, si chiude il primo semestre 2025: luci e ombre per le imprese italiane
- Federico Compagnone
- 30 giu
- Tempo di lettura: 2 min

Il primo semestre del 2025 si chiude con uno scenario articolato per l’export italiano. Nonostante le incertezze macroeconomiche globali, le aziende italiane continuano a mostrare capacità di adattamento e resilienza, trainate dall’innovazione, dalla qualità e dalla reputazione del Made in Italy. Secondo gli ultimi dati disponibili, le esportazioni italiane sono cresciute del +4,2% nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024, con performance particolarmente positive nei settori agroalimentare (+6,8%), meccanica industriale (+5,5%) e moda-accessori (+3,9%).
Al contrario, si osserva una flessione nel comparto automotive, dovuta in gran parte all’aumento della competitività da parte dei player asiatici, soprattutto nel settore dei veicoli elettrici.
Sul fronte geografico, emergono nuove aree di opportunità. L’India sta vivendo una fase di forte espansione, anche grazie a nuovi accordi commerciali con l’Unione Europea.
Il Vietnam consolida il suo ruolo di hub manifatturiero nel Sud-Est asiatico, offrendo aperture interessanti per le imprese italiane nel settore dell’automazione e della logistica.
Il Brasile, infine, ha riaperto le porte al Made in Italy attraverso nuovi incentivi per l’importazione di beni ad alto valore tecnologico e design.
Tuttavia, il 2025 impone anche nuove sfide.
La volatilità dei tassi di cambio, in particolare nel rapporto euro/dollaro, crea instabilità nei margini. I costi logistici, pur in lieve calo rispetto ai picchi del 2023-24, restano elevati, soprattutto nel trasporto marittimo e intermodale. Inoltre, molte nazioni stanno introducendo barriere non tariffarie legate a standard ambientali, certificazioni obbligatorie e requisiti di sostenibilità, che impattano le modalità di accesso al mercato.
Per far fronte a queste dinamiche, le imprese italiane di successo stanno puntando su digitalizzazione, localizzazione e sostenibilità.
La digitalizzazione consente di gestire i processi export in modo più efficiente, anche attraverso piattaforme B2B e CRM integrati. La presenza fisica nei mercati chiave, tramite distributori o sedi locali, permette una maggiore reattività alle esigenze del cliente. E la personalizzazione dell’offerta, unita a una narrazione del prodotto coerente con i valori locali, diventa un elemento distintivo.
Un tema centrale nel 2025 è proprio la sostenibilità. Sempre più clienti esteri – sia buyer B2B che consumatori finali – richiedono tracciabilità, materiali ecocompatibili, certificazioni ambientali e trasparenza lungo la filiera.
Le imprese che investono in questi aspetti non solo si adeguano alle normative, ma ottengono un vantaggio competitivo rilevante, rafforzando il proprio posizionamento sui mercati internazionali.
In conclusione, il contesto globale è sfidante, ma ricco di opportunità per chi sa innovare e pianificare con visione strategica. Le imprese esportatrici italiane hanno tutte le carte in regola per rafforzare la propria presenza nel mondo, a patto di continuare ad investire in tecnologia, competenze e relazioni internazionali.
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